Intervista Prof.ssa Silvana Ricca – Brescia –

Serve a qualcosa l’arte?

Per rispondere è necessario capire come si volge il processo artistico. Quando osservo un’opera d’arte o lavoro per produrre un’opera d’arte mi sperimento come individualità creativa, spirituale e ugualmente creativo e spirituale è l’ambiente in cui avviene l’incontro con l’opera d’arte.
Sia il lavoro artistico che la fruizione dell’opera d’arte mi nutrono, mi danno equilibrio interiore e queste sono esperienze fondanti e assolutamente necessarie nel nostro mondo in cui non esiste più tradizione e siamo soggetti a continui cambiamenti che non controlliamo assolutamente.
Nel processo artistico il pensiero astratto, funzionale, egoistico si trasforma in pensiero ricco e profondo, ed è il cuore che pensa in noi. Proviamo a immaginare un mondo senza libri, senza musica, senza teatro, senza colori e senza scultura: la vita avrebbe il sapore della minestra senza sale.
Il mondo non è solo funzionalità, il mondo è trasformazione, movimento, ritmo, evoluzione, equilibrio, suono e colore. Il mondo è bello e l’arte è essenziale per la vita. E invece nelle scuole l’igiene è più importante dell’arte e quindi della vita: troviamo entrate grigie e spoglie senza colori capaci di accogliere e di accompagnare all’interno i bambini e dar loro esperienze positive e nutrienti.

Qual è l’atteggiamento dell’artista?

In ogni opera d’arte si esprime sempre qualcosa di archetipico. Archetipico è ciò in cui si afferma l’essenziale, l’unicità, da cui fiorisce la molteplicità come la è la pianta primordiale di Goethe in cui è presente tutto il mondo vegetale.
Compito e capacità dell’artista è afferrare l’archetipo, per questo ogni opera d’arte è qualcosa di spirituale ed archetipico attraverso cui il fruitore attinge a zone profonde dell’essere.

crititica01Con quale materia ti esprimi nella scultura?

Nella scultura si sperimenta la materia, il calore, il movimento, il ritmo della massa e della superficie e tutto questo si realizza ponendosi in dialogo con il motivo da cui l’opera dell’artista è stata ispirata.
Ogni materiale parla una sua lingua.
Il granito è un materiale molto plastico e caldo, il marmo è spontaneo e dinamico nel suo movimento. Il legno mi accoglie più degli altri materiali. Il bronzo è per me un materiale perfetto, versatile e assolutamente plastico. Mi affascina particolarmente il suo splendore metallico, la sua trasparenza assoluta e la profondità magica che si manifesta nella superficie.
In un mio lavoro in bronzo ho rappresentato un uccello che sogna il mondo: egli sogna il mondo, il mondo è ciò che si riflette nella sua superficie ma anche tu ti rifletti nella sua superficie e tu sei il suo sogno.
Nella superficie si esprime sempre l’intimo centro di una scultura. La forma ti accoglie nella sua profondità più intima e contemporaneamente lei vive in te.
Tutto questo ha a che fare con la poesia, con l’amore: non lo si può capire , raggiungerlo tramite spiegazioni razionali: lo si può solo vivere.

Perché tanta attenzione all’acqua e alla creazione di fontane?

L’acqua mi affascina perché è tutta forma in sé, non vi è nulla di fisso. Del resto, anche nella materia statica, nel metallo, nella pietra e nelle sue sfumature è possibile riconoscere una fase liquida dotata di plasticità ed energia.
Una fontana deve nascere, come sempre e come tutta l’opera d’arte, dal rispetto per le leggi della natura, dal dialogo con la sua realtà infinitamente plastica.
Io seguo la filosofia di Theodor Schwenk che studia l’acqua nella sua realtà archetipica, come elemento fondamentale per la vita. Nelle fontane studiate a questo scopo l’acqua trova modo di dondolare in migliaia di piccole superfici, si apre ed assorbe altre energie: calore, luce, energie dei pensieri, partecipazione di chi le osserva e le usa. Le fontane di questo tipo non vogliono solo essere decorazioni esteriori ma permettono all’acqua di esprimersi nella sua parte più spirituale perché essa viene rispettata ed apprezzata nel profondo, come avveniva quando era considerata sacra.
L’inizio del lavoro consiste sempre nel conoscere le leggi della natura ma non spetta alla natura compiere un’opera d’arte, questo è compito dell’uomo, infatti la natura è assoggettata alle sue leggi, l’artista conosce queste leggi, opera rispettandole ma la sua qualità intrinseca è la libertà e da questo connubio tra le leggi della natura e la libertà dell’artista che nasce l’opera d’arte.

Come pensi sia nato il tuo stile?

Lo stile nasce quando si trovano risposte alle domande essenziali. All’inizio le domande sono tantissime, poi si riducono e alla fine cinque e o sei domande bastano per mille sculture.
Il dilemma è presto detto: mille belle forme vuote o dieci forme vere?
Quanto all’insegnamento che deriva dagli altri, all’inizio si parte dalla simpatia per alcuni artisti. Io ho subito provato simpatia per Brancusi, il padre della scultura moderna, per Marino Marini perché amo la sua umanità e spiritualità e per Joseph Beuys che ha saputo ampliare il concetto dell’arte e portarlo nel quotidiano della vita.
Oggi mi toccano molti altri artisti e le loro opere e più trovo me stesso più mi dà gioia incontrare la diversità degli altri.

Quale è il ruolo dell’arte oggi?Varie

L’artista è presente nel suo tempo ma lo legge in modo diverso dal modo in cui gli altri, i non artisti, lo leggono e lo vivono e, con il suo intervento, lo rende più umano.
Oggi siamo sempre più lontani dalla natura: consumiamo la natura, ma non la conosciamo né la rispettiamo.
Il grande valore dei nostri giorni è la funzionalità ma la funzionalità da sola ci lascia nell’arido, toglie il respiro. L’artista dà l’anima alla città, la rende un organismo che vive e nel quale è bello e sano vivere.
Quindi l’arte è sempre arte sociale, non resta chiusa e prigioniera dell’opera ma si apre ad un dialogo con tutti coloro che ne fruiscono e con tutto l’ambiente e lo modifica. Questa è una cosa sempre avvenuta ma ora l’artista deve agire avendone una chiara consapevolezza come deve essere consapevole che la profonda realtà dell’uomo sta nella sua realtà spirituale.
Questa necessaria interelazione tra arte e fruitori può essere così sintetizzata: le opere non possono vivere senza di te e tu non puoi vivere senza arte.
Per questo penso che offrire corsi d’arte sia come offrire pane o costruire ponti: qualcosa di materialmente molto utile ma non solo per la vita materiale e per le esigenze più esteriori, ma per la vita intesa nel suo significato più vasto e profondo.