Acqua

Perché tanta attenzione all’acqua e alla creazione di fontane?

 

L’acqua mi affascina perché è tutta forma in sé, non vi è nulla di fisso. Del resto, anche nella materia statica, nel metallo, nella pietra e nelle sue sfumature è possibile riconoscere una fase liquida dotata di plasticità ed energia.

Una fontana deve nascere, come sempre e come tutta l’opera d’arte, dal rispetto per le leggi della natura, dal dialogo con la sua realtà infinitamente plastica.

Io seguo la filosofia di Theodor Schwenk che studia l’acqua nella sua realtà archetipica, come elemento fondamentale per la vita. Nelle fontane studiate a questo scopo l’acqua trova modo di dondolare in migliaia di piccole superfici, si apre ed assorbe altre energie: calore, luce, energie dei pensieri, partecipazione di chi le osserva e le usa. Le fontane di questo tipo non vogliono solo essere decorazioni esteriori ma permettono all’acqua di esprimersi nella sua parte più spirituale perché essa viene rispettata ed apprezzata nel profondo, come avveniva quando era considerata sacra.

L’inizio del lavoro consiste sempre nel conoscere le leggi della natura ma non spetta alla natura compiere un’opera d’arte, questo è compito dell’uomo, infatti la natura è assoggettata alle sue leggi, l’artista conosce queste leggi, opera rispettandole ma la sua qualità intrinseca è la libertà e da questo connubio tra le leggi della natura e la libertà dell’artista che nasce l’opera d’arte.